PALAZZO COMUNALE

PALAZZO COMUNALE  suvereto

 

Si tratta di uno dei più significativi esempi di architettura civile medievale della Maremma. 

La costruzione dell'edificio fu avviata nel XIII secolo, dopo la concessione della "Charta Libertatis" (1201) alla comunità suveretana da parte del feudatario Ildebrandino VIII degli Aldobrandeschi, conte palatino, per ospitare le magistrature del nascente comune. 

Il palazzo comunale è sormontato da un antica torre, oggi dell'orologio, un tempo della campana, che chiamava l'assemblea degli Anziani e costituiva uno dei punti di vedetta del piccolo centro. 

L'ingresso è costituito da una breve e ripida scalinata coperta da un loggiato aperto e sorretto da alcune colonne: la loggia dei giudici, da dove si usava emettere e pubblicare le sentenze e decisioni comunitarie.

Durante un indagine conoscitiva svolta dal dipartimento di archeologia dell'Università di Siena sono emerse, nei locali al piano terra, tracce della più antica cinta muraria del castello databile alla seconda metà del XII secolo e che delimitava la parte nobile dell'abitato dove era collocata la Rocca.


LA ROCCA ALDOBRANDESCA

LA ROCCA ALDOBRANDESCA

 

La nascita del castello di Suvereto è strettamente legata alla Rocca,situata "nel più alto, dalla parte di tramontana".

Un'indagine archeologica svolta dall'Università di Siena nel 1989 ha portato alla luce all'interno della struttura una serie di buche di palo, databili al IX secolo, traccia del primo insediamento sulla collina di Suvereto.

Il primo nucleo murato del complesso è costituito dalla Torre, costruita con molta probabilità intorno al 1164 per volere della famiglia comitale degli Aldobrandeschi, sebbene in un momento di avvicinamento alla potenza pisana.

Fu la Repubblica di Pisa, a seguito delle mutate esigenze difensive e per la nuova politica di gestione del territorio, a fortificare l'abitato ed a munirlo di una grande Rocca a settentrione. Questi lavori furono conclusi nel 1308 e venne così realizzato un recinto trapezoidale, addossato alla torre, e munito di due porte.

 All'interno del recinto furono ricavate le strutture e gli ambienti per ospitare la piccola guarnigione pisana.

La Rocca subì vari interventi di rifacimento nel corso dei secoli fino ad arrivare al suo abbandono, come struttura difensiva, a partire dal 1600. Nel XIX secolo viene adibita a civile abitazione con la costruzione di un edificio a tre piani all'interno del recinto ed addossato alla torre.

Verso il 1950 la struttura viene definitivamente abbandonata e solo sul finire degli anno '80 è stata riacquisita dal Comune e destinata, dopo l'indagine archeologica degli anni 1989-90, ad essere restaurata e restituita al suo antico splendore.


LA CHIESA DI SAN GIUSTO

LA CHIESA DI SAN GIUSTO  suvereto

 

La chiesa parrocchiale è intitolata a San Giusto, vescovo di Volterra, che insieme ad altri vescovi quali Cerbone, Fiorenzo, Regolo, esuli africani sbarcarono in Val di Cornia nel VI secolo.

Non è nota la data precisa di fondazione dell'edificio, che si ipotizza costruito su precedenti strutture paleocristiane. 

Il completamente dell'edificio è avvenuto nel 1189, ad opera di Barone Amico e Bono di Calci, come attesta un iscrizione sul transetto di sinistra. L'edificio ha pianta a croce latina, monoabsidato ed a navata unica. Sulla facciata, a capanna, si aprono il portale di accesso ed un rosone quadrilobato.

Sul timpano è presente una decorazione a bande bianche e nere lungo il perimetro dell'edificio sono presenti monofore strombate.

Il portale romanico è delimitato da due stipi sormontati da mensole, a decorazione fitomorfa e con protome umana centrale la prima, a motivi geometrici la seconda.

All'interno dell'edificio è possibile ammirare un fonte battesimale ottagonale in pietra scalpellata realizzato nel XII secolo. Attualmente il fonte battesimale si trova all'interno di un vano ricavato alla base del campanile ed ornato con un mosaico realizzato nella seconda metà del XX secolo dalla scuola vaticana di arte mosaica.

Nel transetto sinistro è posizionato un organo a canne datato 1718, realizzato da Domenico Francesco Mazzoni. L'organo era ubicato precedentemente presso la Chiesa della Madonna sopra la porta.

Addossato al lato sinistro della chiesa, non perfettamente allineato con la facciata della chiesa, si eleva il campanile a base rettangolare la cui cella campanaria presenta una bifora con arco a tutto sesto sul lato maggiore e una monofora su quello minore.

Danneggiato da un fulmine fu restaurato da maestranze locali nel 1884 modificando l'aspetto originario eliminando gli aspetti più tipici del romanico Toscano.


CONVENTO E CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO

CONVENTO E CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO

 

Il convento fu fondato nel 1286 su terreno donato dai conti Aldobrandeschi di S.Fiora, già feudatari di Suvereto e fu consacrato da Fra Bartolommeo Vescovo di Grosseto.

Il convento di Suvereto godeva di una certa importanza, ma non sopravvisse alle soppressioni del periodo napoleonico: infatti cu definitivamente chiuso e smembrato da Elisa Bonaparte Baciocchi, principessa di Lucca e Piombino, ai primi del XIX secolo.

Il chiostro appare oggi in tutta la sua integrità. A pianta quadrata, ha su ogni sponda cinque arcate su pilastri. Al centro del chiostro era posizionata la cisterna, oggi scomparsa, che dà il nome alla piazza. Della chiesa di San Francesco, adibita oggi a casa vacanze, non restano che alcuni elementi della facciata, che ci richiamano l'antica funzione.

Addentrandosi nel convento, oggi trasformato in abitazioni private, si possono vedere elementi decorativi ed iscrizioni che ci raccontano la storia di questo complesso.

In particolare è da vedere un antico portale, finemente decorato, con stemma familiare dei Giannetti, lo stemma nobiliare degli Angelieri nonchè varie epigrafi funerarie e commemorative.

Nei pressi del convento, nell'estate del 1313, "fue cotto" l'imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII di Lussemburgo.

Nella realtà l'imperatore morì a Buonconvento il 13 Agosto 1313 e come da sua disposizione testamentaria ne fu decisa la sepoltura a Pisa, capitale dei ghibellini toscani.

Nel trasportare la salma a Pisa, giunti nei pressi di Suvereto, che nel 1237 aveva partecipato alla lega ghibellina, fu decisa una sosta per dare una sistemazione al corpo dell'imperatore.

Qui la salma fu esposta al fuoco per preservarla dalla decomposizione.

Sembra che le imperiali spoglie abbiano trovato dimora per 2 anni a Suvereto in attesa che Tino da Camaino completasse il sepolcro funebre che tuttora le ospita nel duomo pisano.


CHIESA DELLA MADONNA DI SOPRA LA PORTA

CHIESA DELLA MADONNA DI SOPRA LA PORTA

 La prima edificazione dell'edificio è del 1480, è stato poi ampliato nel 1772 a memoria di un fatto miracoloso avvenuto nel 1767: a causa di una grande alluvione i suveretani rischiavano di annegare perchè le acque piovane non riuscivano a defluire dalle griglie poste sotto le pesanti porte del paese; quando ormai tutto sembrava perduto le porte si aprirono verso l'interno, sfidando le forze delle acque e permettendone il deflusso.

Al mattino quando la guarnigione militare, che aveva sede sopra la porta, si recò nella piccola cappella per pregare constatò che le acque erano arrivate a lambire il bordo del quadro ivi conservato raffigurante la Madonna con bambino.

Fu allora deciso di erigere un santuario per conservare l'effigie miracolosa.Il dipinto raffigurante la Madonna immacolata col bambino, realizzato nel XVI secolo, è posto al centro dell'altare in legno, gesso e marmo.

Nel retro dell'altare è conservato anche l'originale coro ligneo, mentre gli affreschi nella volta e nel catino absidale sono stati realizzati nel 1858 e raffigurano la Sacra Famiglia, l'Assunzione di Maria, La vergine immacolata ed alcune virtù teologali.

Sopra il portale di ingresso è posta una lunetta, proveniente con molta probabilità dall'edificio più antico e che alcuni studiosi hanno attribuito allo scultore Vittorio Ghiberti, lavorata a rilievo raffigura il Redentore Benedicente, si presume realizzata nel XV secolo ed è da alcuni studiosi attribuita allo scultore.


FONTE DEGLI ANGELI

FONTE DEGLI ANGELI   suvereto

 

Posta a poca distanza dall'abitato, sulla statale per Monterotondo, questo complesso restaurato nel 1582 da Jacopo VI di Appiano, principe di Piombino, ha costituito da tempi immemorabili, una delle principali fonti di approvvigionamento idrico della comunità: la Fonte degli Angeli. 

La fontana è munita di due vasche rettangolari addossate. Dietro di esse è situato un fronte decorato da due lastre marmoree recanti ciascuna una rosetta da cui fuoriusciva il getto d'acqua.

I lati della fonte sono costituiti da due muri merlati.

Il frontone centrale reca la copia, in polvere di Marmo, della Madonna della Fonte degli Angeli di Andrea Guardi (l'originale è visibile presso il museo di arte sacra).Al di sotto c'è lo stemma, restaurato nel 1998, della famiglia Appiani, principi di Piombino, con epigrafe commemorativa a caratteri capitali. Ai lati dello stemma gentilizio erano poste due formelle marmoree raffiguranti lo stemma comunale e trafugate diversi anni fa.


SAGRA DEL CINGHIALE

SAGRA DEL CINGHIALE Suvereto

 

La Sagra è l’evento per eccellenza di Suvereto e rappresenta il punto di incontro tra i sapori, la cultura e il folklore locale. Tenutasi per la prima volta il 29 dicembre del 1968, la sagra ora si svolge nei giorni a ridosso dell’8 dicembre, con eventi volti a valorizzare la storia del paese e la sua cultura.

Dal punto di vista gastronomico la sagra offre la miglior qualità dei suoi prodotti tipici, tra cui olio e vino da tutte le aziende locali e la possibilità di assaggiare numerosi piatti a base di cinghiale, selvaggina tipica della zona che da il nome alla festa.

Degno di nota è il Corteo Storico, una ricostruzione ormai nota in tutta Italia che, grazie alla presenza di numerosi figuranti in costume, divisi in nobili e popolani, da la possibilità agli ospiti di vedere uno scorcio della vita dell’epoca.

Durante tutti i giorni della festa si terrà inoltre un mercatino per le vie del paese con decine di espositori e lavori di artigianato e produzioni locali: sarà infatti possibile trovare artisti del legno e del metallo che, oltre ad esporre le proprie opere, ne creeranno di uniche durante la stessa sagra per la gioia dei passanti e degli ospiti del paese.


PALIO DELLE BOTTI

PALIO DELLE BOTTI   

 

Il palio di Suvereto è una manifestazione che si svolge due volte l'anno. Si tratta di una gara fra squadre di “spingitori”, che si disputa per le vie lastricate del centro storico. Le coppie di spingitori mettono la botte da 5 quintali di pancia e la spingono, più uniformemente possibile, sul circuito cercando di superare gli avversari Il primo, il palio di Santa croce, si tiene a maggio in concomitanza delle feste patronali mentre il secondo cade il 14 di agosto ed è chiamato palio dell'Imperatore.

Suvereto è diviso in terzieri, Castello, San Francesco e Borgo. Castello (nero e giallo) è la parte destra del paese più vicina alla rocca aldobrandesca, San Francesco (rosso e blu) invece si trova sulla parte sinistra e prende il nome dall'omonimo ex-convento di cui rimangono la chiesa e il chiostro. Borgo (verde e giallo) invece è la parte più esterna del paese. A questi terzieri canonici si aggiungono le frazioni, Forni e ferriere (rosso-giallo), Prata (rosso bianca), Belvedere e San Lorenzo.

 


MUSEO ARTISTICO DELLA BAMBOLA

MUSEO ARTISTICO DELLA BAMBOLA   

 

In un antico locale di Via Magenta è stato allestito il “Museo artistico della Bambola”. La collezione qui ospitata messa insieme e donata da Maria Micaelli, rappresenta una grande ricchezza culturale, in quanto espressione di una continua evoluzione delle tecniche costruttive e di un’approfondita ricerca dei materiali: legno, cartapesta, porcellana, biscuit, panno. Al fine di creare un legame fra le bambole di ieri e quelle di oggi, è stata realizzata una sezione dedicata alle bambole degli anni ’50, prodotte in plastica rigida e caratterizzata da occhi mobili e da marchingegni “parlanti”. Infine, per completare la visione e facilitare la comprensione del complesso fenomeno “bambola”, il museo ospita un piccolo book-shop dotato di materiale iconografico, pubblicazione, accessori, bambole di carta ed altro.