MONTEROTONDO

 

Il paese si trova nella zona delle “Colline Metallifere”, in provincia di Grosseto. Circondato dalla macchia mediterranea, che si estende verso il mare, ricca di flora e di fauna e da immensi castagneti, costituisce una meta per escursionisti, cacciatori, turisti italiani e stranieri amanti dell’aria salubre e delle bellezze naturali. Vi sono inoltre sorgenti di acqua bicarbonato-calcica che sgorga a 43°, usata, fino a pochi anni fa, a scopo termale alle “Terme del Bagnolo”. Monterotondo è famoso anche per i Lagoni ed i Soffioni Boraciferi: i primi sfruttati un tempo per la produzione di acido borico ed i secondi oggi per la produzione di energia Geotermoelettrica. Queste manifestazioni spontanee, provenienti dal sottosuolo, sono le piu’ importanti d’Europa ed offrono ai visitatori uno spettacolo suggestivo ed inedito.

A Monterotondo Marittimo sono ancora visibili molte tracce del passato medievale e i resti della Rocca degli Alberti dominano il paese. I due assi principali del centro abitato confluiscono in una piazza che ha su due lati un loggiato ottocentesco in stile neorinascimentale, su un altro lato il palazzo comunale con la torre dell’orologio, il cui impianto è di impronta seicentesca.

Da visitare:

ROCCA DEGLI ALBERTI. Il Castello fu costruito dagli Alberti nel XIII secolo. Nel 1262 divenne proprietà di Massa, che nel 1336 lo consegnò, a seguito di una guerra, a Siena. Successivamente venne dato in consegna al popolo di Monterotondo. Nell’ottobre del 1554 il castello, a seguito di una battaglia vinta dai Medici, alleati con gli spagnoli e gli austriaci, venne distrutto. I resti della Rocca sono stati recentemente ristrutturati.

LA CHIESA. La Chiesa parrocchiale del 1600 è dedicata a S. Lorenzo ed ospita un dipinto della scuola di Duccio di Boninsegna su tavola del XIV sec. raffigurante la Madonna con Bambino.


IL GEOPARCO DELLE BIANCANE

 

Il percorso naturalistico delle "Biancane” attraversa le manifestazioni geotermiche naturali e la zona, dove si estraeva acido borico dalle acque sulfuree, oggi facente parte dei GEOPARCHI UNESCO.

Chi giunge a Monterotondo M.mo da qualsiasi direzione deve comunque prendere come riferimento la torre refrigerante della centrale ENEL che si erge sulla collina a ovest del paese.  Sul lato destro della strada, già si notano nel muro di contenimento alcuni fori fumanti da cui fuoriesce vapore. Ancora un centinaio di metri e ritroviamo di fronte il “Lagone Cerchiaio” punto di partenza del percorso, in prossimità è possibile ammirare dei vecchi lavatoi, molto caratteristici per i mattoni ottagonali provenienti dalla fornace di Vecchienne. Quasi di fronte alla vecchia centrale sono ubicati i locali del Teleriscaldamento del paese. Il percorso prosegue in salita e, su un muro a destra della strada, si possono ammirare varie cristallizzazioni di materiale calcareo, sulfureo e ferroso che danno un suggestivo effetto cromatico.

Dal piazzale è facile accedere tramite delle scalette ad un terrazzamento dove scorre l’acqua delle sorgente “di Chiorba” acqua con temperatura intorno ai 40 gradi, proveniente da una nicchia della collina. Il percorso prosegue sulla sinistra del piazzale, con un soprapasso che scavalca una tubazione di vapore endogeno , appena superata la tubazione uno spettacolo di putizze e fumarole si presenta agli occhi del visitatore come un qualcosa di surreale, proseguendo nel tracciato delimitato da pali di castagno si arriva ad una terrazza dove, proprio sotto, erutta un “Lagone” di grande dimensione, il quale ha creato in modo naturale un cratere ricoperto da terra grigia simile a quella vulcanica.

Questo sito racchiude anche un ecosistema molto particolare per la colonizzazione da parte di specie vegetali:  l’acidita’ del terreno e la presenza di un riscaldamento naturale dell’area realizza un ambiente dal microclima specifico, congeniale alla pianta della sughera.


SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINE 

 

Il Santuario è da considerarsi tra i più importanti Santuari della Maremma e raggiunse la sua massima notorietà tra il Seicento e il Settecento. Il nome della località è legato al fraxinus excelsior, l’albero venerato in antico dalle genti nordiche e superstiziosamente bruciato anche nelle campagne maremmane, allo scopo di scacciare gli spiriti maligni. Il Santuario, a croce latina, ha tre altari: il maggiore, con due statue, è opera di Domenico Notari di Lugano del 1700. L’altare a destra, dedicato all’Assunta, fu costruito nel 1596; quello a sinistra, dedicato a S. Silvestro, fu eretto nel 1696. Dall’altare maggiore si entra in una stanza dove è conservata, sullo sfondo di una parete ornatissima, la statua lignea della “Vergine col Bambino”, ritenuta di scuola pisana del Trecento.